Cercare la quadratura quando la situazione mondiale è ancora così incerta potrebbe sembrare follia, ma è un esercizio comunque utile: qualche direttore di museo ne sta traendo utili insegnamenti, sperimentando e portando l’esperienza museale fuori da quegli edifici. Online, certo, ma non solo.
Il distanziamento sociale al museo
In più, si prendono appunti per il futuro. Dovremo convivere col concetto di distanziamento sociale ancora per un po’, e anche nei musei come è accaduto nei ristoranti, ad avere un vantaggio sarà chi potrà sfruttare spazi esterni. Ci sono le aree archeologiche “outdoor” più famose d’Italia, da Pompei a Ostia all’Appia Antica, a testimoniare che si possono far convivere bisogni culturali e sicurezza.
Riprendono però quota anche gli ecomusei, creature che prima del Covid erano poco frequentate e poco connotate ma che potrebbero rappresentare l’alternativa ai musei al chiuso.
Chiuso, appunto: che fare quando non si può stare all’aria aperta? La strada non è una sola, e a tanti musei corrispondono tante declinazioni diverse di strategie. C’è chi sta tentando la via della bigliettazione calmierata, chi quella delle conferenze e delle presentazioni su Zoom, chi invece le prenotazioni obbligatorie… Una cosa è certa, però: i musei si stanno rinnovando, e chi rimane indietro è perduto.